Inferior agnus, galeatum

 

Dicono che rimpiangere i bei tempi andati è sintomo di vecchiaia e, oh, può ben essere.

Io in realtà non rimpiango “i bei tempi andati”, ma alcune singole – o comunque circoscritte – facoltà-libertà di cui godevo, nei “bei tempi andati”, in pace e silenzio; e che l’umana inclinazione a proibire i trastullipeccati altrui anche quando non fanno vittime*, mi ha conculcato.

Ce ne è più d’una; oggi penso all’Orpello, ovvero Iniquo Coperchio, ovvero Casco Obbligatorio, che è di attualità visto che Qui stanno meditando di estenderlo anche ai Ciclisti.

A suo tempo mi sono rassegnato abbastanza in fretta all’I.C.; il suo effetto più evidente sulla mia vita è stato la riduzione delle occasioni di uso della motocicletta, che davvero cominciava in qualche modo dove finivano le mie chiappe quando l’unica barriera fra me e lei era una chiave tranquillamente contenuta in una tasca.
Altro effetto, nel mio caso personale affatto secondario sebbene strumentalmente rilevabile, fu la totale estinzione delle occasioni di easy-acchiappo (se mi scassa il cazzo uscire con un I.C., figuriamoci con due). Ma vabbè, (R)Amen.

Capisco oggi, con il disincanto dell’esperienza, che la specie dominante (il BullBar con dietro un Gippone con dentro un set di Airbag intorno a un Puttanone) desideri condividere almeno una parte delle sue responsabilità con la vittima che, pur circolando parecchio più a valle, può arrivare a sporcare di rosso e di grigio le cromature, e il certificato penale.

E, come a suo tempo i Ciclisti non dissero nulla, io oggi taccio.

E quando arriveranno ai Pedoni, eheheh, non ci sarà rimasto nessuno a difenderli.

* dal concetto di “vittima” si intende escluso “sé stesso” ove il “sé stesso” sia convenzionalmente adulto; nemmeno questo è pacifico, ma me lo riservo per un altro post.

 

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so' tornato,
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14 risposte a Inferior agnus, galeatum

  1. ricco&spietato ha detto:

    (galeatus? sarà maschile? boh – gradite correzioni…)

    • Marcoz ha detto:

      (non ne ho idea).

      Sul casco.
      Scrissi una cazzatina, tempo fa. CIto:
      “(…) addebitare, totalmente o in parte, le spese mediche a chi si causa deliberatamente un danno o una patologia, invece di far pesare indiscriminatamente l’onere sul sistema sanitario nazionale.
      Sono convinto che sia pressoché impossibile riuscire ad applicare equamente un tale principio a trecentosessanta gradi, soprattutto quando le patologie sono la conseguenza di disagi psichici (abuso di alcool, droghe, ecc.).
      Ma in alcuni casi penso sia possibile e ho portato l’esempio dell’uso della cintura di sicurezza in auto. O del casco in moto, se volete.
      Sostanzialmente sono contrario all’obbligo della cintura di sicurezza (escludendo i minori), salvo che chi decide di non indossarla deve rispondere economicamente di tutti i danni alla propria persona riconducibili al mancato uso. Non vedo perchè la comunità debba accollarsi la spesa di svariati giorni di prognosi riservata (se non peggio) magari quando si può ridurre il tutto a contenute cure ambulatoriali solo con un semplice gesto.
      Se a qualcuno piace spiaccicarsi contro il parabrezza faccia pure, non ho nulla in contrario. Soltanto dovrebbe farlo a proprie spese.”

      L’unico problema è che, in termini pratici, è assai difficile – forse proibitivo – attivare una procedura che ci permetta di distinguere quanto, dei danni fisici riportati, sia da attribuire alla mancanza dell’uso del casco e della cintura o ad altre cause (leggasi, manovra pessima di tersi).
      Insomma, in teoria sono d’accordo; in pratica, l’è dura.

  2. mlejnas ha detto:

    Stanno sbagliando tutto, prendendo il problema dalla direzione opposta: invece che l’airbag e la cintura di sicurezza, la perfetta misura preventiva per la riduzione degli incidenti è un bello spuntone d’acciaio appuntitissimo che spunta dal volante e ti luccica sotto il naso: volete scommettere di quanto si ridurrebbe la guida spericolata e gli incidenti d’auto?

    • Marcoz ha detto:

      Eh, teoria molto intrigante, che avevo già sentito.
      Purtroppo, temo che la predisposizione ad assefuarci al pericolo, sul medio-lungo termine, prevarrebbe. E saremmo nuovamente da capo.

  3. mlejnas ha detto:

    *Percezione* di un pericolo? Con uno spuntone che ti minaccia la gola, non hai tempo di abituarti alla “percezione” del pericolo, visto che alla prima frenata un po’ brusca…

    • ricco&spietato ha detto:

      …al netto del paradosso il concetto di sicurezza passiva può essere ripensato – anche per motivi economici…

    • Marcoz ha detto:

      Mlejnas, qui si sollecita il pedante che c’è in me. Ma oggi mi sento particolarmente padrone di me stesso, e glisso.

      Saluti

      • mlejnas ha detto:

        Peccato, Marcoz.
        Comunque secondo me c’è qualcosa su cui ci stiamo fraintendendo, perché non trovo pertinentissimi i tuoi commenti. Forse non sto cogliendo il tuo punto. Provo a spiegare meglio il mio (sì, sì, non è certo una mia idea originale).

        Il meccanismo di incentivi che si mette in atto obbligando la gente ad adottare misure di sicurezza è quello di essere “più spensierati” nei confronti di quei pericoli verso cui le misure obbligatorie ci proteggono, con possibili effetti di compensazione, in un qualche senso del termine, sull’effetto protettivo delle stesse. In questo caso sì, cioè, è possibile che “si torni da capo”, con uno spostamento del livello di “percezione” del pericolo.
        Nel caso del paradosso, invece, la misura obbligatoria dello spuntone mette in atto un meccanismo di incentivi opposto: siccome anche una piccola frenata un po’ brusca causa la morte, pure un po’ splatter, del guidatore, questi ci penserà bene prima di fare lo sportivo alla guida, col risultato di ritrovarci con le strade piene di macchine a 12km/h e 800m di distanza di sicurezza. E chi “se ne dimentica”, ci rimette, subito e personalmente. Non c’è modo (duraturo) di assuefarsi al nuovo obbligo (di tornare “da capo”) senza ottenere l’effetto voluto, ovvero una guida iper-prudente.

        Inoltre il senso del paradosso — detto a lato di questa nostra probabile incomprensione, visto che ormai mi sono calato in questa terribile veste didascalica — è quello di invertire il ruolo “morale” della misura obbligatoria: nel caso reale si *riduce* la responsabilità del guidatore, nel caso paradossale si *esaspera* (a dismisura) la sua responsabilità. Da qui, lunghissime digressioni sulle indoli paternalistiche della nostra società e sul ruolo retributivo/preventivo della pena nel diritto… che vi risparmio! 🙂

      • Marcoz ha detto:

        Eccomi qua, Mlejnas.
        Allora, ho letto e, devo dire, concordo fondamentalmente su tutto, tranne che sulla interpretazione errata (per carenza di dati forniti) della mia obiezione.
        E vado a chiarire.

        Ho sempre inteso il cuneo d’acciaio dello scenario mentale non alla stregua di un dispositivo che ti fa fuori al minimo movimento (come un coltello alla gola, per dire), ma come qualcosa che alza di molto i rischi di danni personali, senza per questo essere letale alla prima occasione; dovrebbe essere così pure nella finzione del paradosso, perché altrimenti – paradosso per paradosso – si potrebbe concludere che non solo avremmo meno incidenti, ma probabilmente non avremmo più guidatori, visto che nessuno si azzarderebbe a salire in macchina.
        Quindi, di fronte a una situazione verosimile di alto ma non imminente pericolo – che so, la punta metallica è a una spanna dal petto del guidatore – , sono ancora convinto che, alla fine, l’assuefazione al pericolo farebbe la sua parte. Leggevo, tempo fa, che i genieri alle prese con la bonifica di terreni minati fanno turni relativamente brevi – mezz’ora, se ricordo bene – per evitare i risvolti negativi della tendenza psicologica a sottovalutare subito il rischio che si sta correndo.
        Posso concedere, tuttavia, che una flessione sul numero di incidenti e un aumento della dipartita di teste di cocomero potrebbero verificarsi. Ma non sono ottimista.

        Buona serata.

  4. Marcoz ha detto:

    “secondo me c’è qualcosa su cui ci stiamo fraintendendo”
    È possibile.
    Purtroppo devo rimandare la lettura del resto a un altro momento, perché, a causa del cazzeggio su web, i miei impegni si stanno accartocciando come auto in un tamponamento a catena (tanto per stare in tema).
    Ci sentiamo appena possibile.
    Saluti.

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