La parola “esilarante” non manca mai o quasi, sulla homepage di Repubblica.
Io sono sempre stato più che freddo nei confronti della massima “risus abundat in ore stultorum” – probabilmente in quanto stolto conclamato; ma a questo punto comincio a dubitare del fatto che gli stagisti di Repubblica ed io attribuiamo all’aggettivo “esilarante” lo stesso significato.
Boh. A me fa pena, più che altro: non posso trattenermi dal ricordare che in qualche situazione analoga (all’epoca la videoconferenza non esisteva, naturalmente; ma poteva capitare che due o più adulti conversassero fra loro in presenza di bambini) a mia madre sarebbe bastata mezza occhiata per teletrasportarmi all’istante nello sgabuzzino delle scope. Ma magari è meglio adesso.
Ridete, ridete.
Mi cade[va] spesso l’occhio anche a me su tale dicitura, ripetuta un giorno sì e l’altro pure, per qualsiasi cazzata sulla quale mai sono stato tentato di cliccarci sopra. E di ciò ti ringrazio. Tu attribuisci l’uso agli stagisti. Io gaserei con l’esilarante più volentieri il caporedattore.
…e te pare facile, a te. attacca’ ar muro a ogni due per tre un figlio di mamma – di trentadue che lui ce n’ha – al grido “macheccazzo ce trovi da ride’”.
(“sono il loro capo, dunque li seguo”
…apriamo un dibattito?)