(titolo alternativo: “Di Mogli E Di Buoi”)
ci sono più cose in cielo e in terra,
Orazio, di…
(G. Florio*)
La Signora mi ha raccontato di aver visto una cosa in tv che se fosse vera metterebbe a dura prova tutto il sistema di pregiudizi nozioni che mi ha fin qui menato per il mondo:
pare che un gruppetto di vecchi – e anziani – aristocratici nordeuropei, nonostante facciano ogni sforzo per dissimularlo, alla fine dei conti non sarebbero / non sono contenti di avere dei nipotini negri.
Ohibò!!!
* ebbene sì: fra le altre convinzioni stravaganti che mi informano, sono anche antistratfordiano – smettete di perdere tempo qui, diletti treggatti
apprezzo enormemente – a parte l’occasione – che tu abbia restituito il detto in epigrafe al suo legittimo autore… 😉
…ma in realtà per quanto ne so io potrebbe essere di marlowe o di mark twain – o financo di boskov!
ma come, lanci il sasso giusto e adesso ritiri la mano?
no, no, è proprio di Giovanni Florio, o meglio John Florio: https://corpus15.wordpress.com/?s=Shakespeare
vabbene, apriamo una sottofaida: floriani vs. antifloriani!
(la mia umile ma inattaccabile opinione è che william shakespeare sia un nome collettivo, come walt disney; nella quale ditta aveva comunque voce in capitolo lo stesso shakespeare, quanto alle sue competenze di attore* e capocomico/regista – come del resto lo stesso walt disney nella ditta sua…
* per dire, non è che se totò fa una battuta extra in una scena gliela tagliano perché non è scritta – e magari lo cazziano, e lo multano pure)
è esattamente quello che sostengo anche io! inattesa e sorprendente coincidenza di opinioni.
“Shakespeare, l’amministratore della compagnia, era l’uomo dal cognome simbolico (Scuoti-lancia), che era sembrato particolarmente adatto a diventare il marchio di una compagnia di grido.
il teatro di quel tempo era come il cinema del secolo scorso e dei nostri tempi: un’impresa collettiva, ed un marchio.
oggi coincide col nome del regista, ma allora poteva anche essere semplicemente quello del finanziatore ed amministratore della compagnia teatrale”.
ciò non toglie che i testi base li scrivesse John Florio, e in particolare una battuta filosofica come qu8ella che citi qui. Shakespeare era semi-analfabeta, come dimostra una sua firma.
tu ci aggiungi il ruolo di improvvisazione che poteva avere come attore, e anche questo ci sta; anche se difficilmente la cosa poteva poi finire nel testo scritto.
“…il ruolo di improvvisazione che poteva avere come attore, e anche questo ci sta; anche se difficilmente la cosa poteva poi finire nel testo scritto.”
…e questo dipende più che altro dalla risposta del pubblico: e penso alle sboronate non-verdiane dei cantanti che si sono imposte fino a entrare nelle partiture, spesso col beneplacito del Sommo.
(bel tema questo del vero bill; magari non proprio d’attualità. ci sto scrivendo il prossimo post)
Pingback: la mia settimana virtuale fuoricasa dal 6 al 12 marzo 2021 – 117 – Cor-pus 2020