…e quella volta su duecento – più o meno – che per caso o per miracolo t’esce la C de MapleLeaf senza nemmeno uno scrocchio; e te senti Sciopè, e sei felice pe’ tutta la D, anche scrocchi compresi.
E avanti.
…e quella volta su duecento – più o meno – che per caso o per miracolo t’esce la C de MapleLeaf senza nemmeno uno scrocchio; e te senti Sciopè, e sei felice pe’ tutta la D, anche scrocchi compresi.
E avanti.
Io niente capito, ma proprio niente di niente, allora io butto palla in tribuna, fumo negli occhi e dico: conosci questo? (sentito mezz’ora fa al giornale radio… però ti prego maneggia con cura che non ti venga un coccolone che poi ti ho sulla coscienza per tutto quel poco che mi resta ancora da vivere):
https://www.museodelsaxofono.com/
sí. quando ancora non si chiamava “museo” aveva un tenore king (assolutamente fuori bilancio per me – e col senno di poi meno male) su cui lasciai qualche lacrima e un pezzo di cuoricino.
(chiedo scusa al mondo mondiale per il “sì” con l’accento acuto)
Grazie Streisand, quell’accento acuto ero lungissimo dall’averlo notato! Mentre rilevo invece che quando si entra in zona sassofoni ti scatta immediata la modalità possesso (desiderio di, smania di, rimpianto di, a gogò). Un bell’atteggiamento puramente, pacatamente contemplativo no, eh..? Ma del resto la pace dei sensi è qualcosa che non si augurerebbe a nessuno.