(titolo alternativo: “Un Pranzo Di Gala”)
(titolo alternativo: “Buon Appetito!”)
È bene alzarsi sempre da tavola
con un po’ di fame
(Nils Liedholm)
Chi scrive, diletti treggatti, è stato un bambino povero; figlio di genitori che a loro volta erano stati bambini molto poveri, e che in più avevano passato la guerra.
Vi sciorino l’alto lignaggio per storicizzare un fatto: pur non avendo mai sofferto personalmente la fame (chi mi vedesse oggi non ne dubiterebbe nemmeno per un nanosecondo) sono stato educato a non lasciare nulla nel piatto. Magari non fino a leccarlo, ma certo fino a raccogliere i residui di cibo con un pezzetto di pane: “la scarpetta”. A restituirlo, nei limiti del possibile, più pulito di come era entrato in cucina. E vi dirò: tale insegnamento non ha mai incontrato, da parte mia, nessuna particolare resistenza. Fame ancora più antica, chissà.
Più avanti ho appreso che altri erano stati addestrati socializzati diversamente: indipendentemente dall’appetito e/o dal gradimento è educato, forse più signorile, non vuotare completamente il piatto che viene servito; lasciandovi “la creanza”.
Oggi, ben addentro la selva oscura del Relativismo e con la scheda del bene e del male bruciata fredda e inerte, vedo buone ragioni in entrambi i partiti. Ma non vi nascondo che ancora pendo verso la scarpetta; e non solo per crapulonaggine.
***
Vi ho inflitto tanta supercazzora, diletti treggatti, perché voglio paragonare una bella magnata a come l’omini viveno ar monno*.
Misticati a parte, a uno potrebbe capitare che nel piatto ci siano rimasti più che altro tendini, bucce, qualche cece mezzo crudo.
Allora, devi essere tanto saggio da alzarti e andartene in svizzera finché, con la fame residua, potresti anche scegliere di andare invece da un’altra parte, foss’anche un altro ristorante.
O comunque, finché puoi andarci da solo.
Perché se aspetti di dover essere accompagnato o addirittura trasportato, a chi ti accompagna-trasporta potrebbe capitare di doversi giustificare davanti a una pletora di gente, disinteressata e meno, equanime e meno, susu fino – rullo di tamburi – alla Corte Costituzionale!!!
O peggio, potresti non trovare nessuno che ti accompagna, e imbatterti piuttosto in qualcuno che, per motivi suoi, pensa – meglio: crede – che il piatto va riconsegnato vuoto e lustro; e tendini bucce e quant’altro te li ficcherà in panza con un sondino, se necessario. Beninteso, a fin di bene.
Comunque la pensiate, Buon Appetito!
* dai cazzo mo veniteme a di’ che so’ un pessimista