Quasi ogni giorno mi pizzico a cercare in internet cose che s(apev)o ma che non ricordo.
Cose semplici: un giocatore di pallone, un personaggio d’opera, un anno, una parola in barbaro; persino – magari – una parola in italiano.
Sinceramente non so se essere grato all’inventore di gugol quanto all’inventore degli occhiali o autocommiserarmi per la svaporatezza ebbasta.
Comunque il mezzopieno sta nel fatto che so sempre (fino ad oggi, intendo dire: ché che del doman non v’ha lo so ancora tutto da solo) cosa cercare, e dunque lo trovo in fretta, di solito.
Se fosse vero che la cultura è ciò che ti rimane quando hai dimenticato tutto il resto, come dicono (che faccio? vado a cercare “chi”?), sono molto avanti sul cammino.