(scusate il titolo, ma: non è forse scritto “l’unico modo di liberarsi di una tentazione…”?)
La Grazia non è prerogativa regia, Qui; dipende dal governo (la magistratura ad alti livelli può mettere bocca, ma) che la concede secondo convenienze didascalico-politiche a volte abbastanza immediate e trasparenti.
Si discute, al momento, sul fatto che l’abbiano negata -peraltro non senza alcuni eleganti palleggi del nobile e antico sport dello scaricabarile – a una donna colpevole di aver assassinato lo stupratore di sua figlia.
Io non metto becco, essendo ospite; e poi, in coscienza, perché quando a suo tempo dentro facevano Filosofia Del Diritto io di solito ero fuori, alle prese con droghe più o meno legali e motociclette anch’esse più o meno legali.
Solo, osservo che i più sprovveduti fra i sudditi (quelli per intenderci che quando passa un re lo vedono nudo, se è nudo, anche se magari non lo urlano) stentano a non considerare la Grazia come una istituzione esclusiva per politici dalla mano leggera e poliziotti dalla mano pesante.